sabato 14 febbraio 2009

prima legge di Scarso

"Se devi riuscirci al primo tentativo, ci riuscirai al secondo, ma se hai due opportunità, allora ci riuscirai al terzo."

sabato 31 gennaio 2009

se-bar-bi-sag

Si racconta che nella periferia di un'antica città sumera vivesse, 60 secoli fa, un contadino con la moglie e la suocera. Il lavoro del contadino a quel tempo era sicuramente più arduo che mai, sia per gli ancora rudimentali strumenti da lavoro, sia perché la temperatura media della terra era più elevata di quella di oggi, per di più la zona in cui ci troviamo è arida, non piove da mesi.Il nostro eroe è un uomo pacifico e taciturno, sopporta mestamente le continue lamentele della suocera, evita di contraddire l’irascibile consorte e non se la prende mai con i suoi vicini che lo sfottono per la sua bonarietà. Insomma, è un povero fessacchiotto!

Il suo unico vero amico è il suo cane, un bastardino a cui dà da mangiare del pane duro o, di tanto in tanto, delle ossa di pollo. I due si assomigliano un po’, sono entrambi buoni ed accondiscendenti ed entrambi mangiano male.

Un pomeriggio il contadino esce di casa per dare un pezzo di pane duro al cane, che nel frattempo però si è allontanato, andandosene in giro per le capanne del quartiere. Non trovando l’amico quadrupede, il sumero lascia il pane in una ciotola vuota e fa per rientrare quando d’improvviso, un tuono scuote l'aria. Un temporale, finalmente!

Corri di qua, riparati là, porta fuori le anfore per riempirle… insomma è un gran trambusto! Il buon cane ha trovato riparo lontano da casa e il suo pezzo di pane è diventato una zuppa schifosa!

L’acqua cadde copiosa, ma durante la notte tutto finì e il sole sorse come al solito sovrastando un cielo senza neppure una nuvola. Dopo un acquazzone un contadino sumero si dà da fare, la terra bagnata è l’ideale per seminare e preparare i campi. Così, per qualche giorno, tornando a casa quasi dopo il tramonto, stremato e dolorante, si dimentica del suo povero cane. La ciotola del povero animale, normalmente piena d’acqua fresca, rimane per giorni piena di quel pastone.

Dopo un paio di giorni si ha una giornata di grande afa. Il sole batte violento e la temperatura è insopportabile, il cane, assetato, non resiste più e va a lappare la brodaglia rimasta nella sua ciotola. Dopo qualche minuto accade qualcosa di incredibile. Il cane dà di matto!
Da buon cane qual’era si trasforma in uno scalmanato, entra in casa e inizia ad abbaiare, saltare, mordere le sedie, salire sui mobili… la suocera interviene con un bastone, intimandogli di uscire, ma il cane per tutta risposta le gira intorno ululando finché non resiste alla tentazione e assesta un bel morso sul possente posteriore della donna! A quel punto entra in casa il contadino e corre in aiuto della vecchia, che nel frattempo inizia ad insultarlo dandogli dell’inetto, incapace pure di educare una stupida bestia.
Il contadino, sconcertato, riesce tra pene e guai a far uscire il quadrupede dalla capanna. Un po’ stizzito, ma nel suo intimo grato al cane per il bel morso inferto alla suocera, lo osserva, cercando di capire cosa può essere successo al mansueto animale. Il cane dopo aver invano cercato di mordersi la coda, si dirige spedito verso la sua ciotola, pronto a fare di nuovo il pieno. Dopo una bella lappatina, rimane un po’ immobile fissando il vuoto, poi si distende e si addormenta di sasso.

Solo a quel punto l’uomo si avvicina alla ciotola del cane, non sapendo cosa fare pensa bene di assaggiare quel brodame. Il sapore non è male, ne beve un bel po’. Dopo qualche minuto il contadino si sente un altro, un po’ barcollante entra in casa, dove la moglie e la suocera lo aspettano inferocite per il caos combinato dal cane. Le due iniziano a urlargli contro, intimandogli di riparare ai danni e di disfarsi del cane, ma lui, sorprendentemente, invece di ingoiare il rospo come al solito, stavolta reagisce! Inizia a urlare contro le due, sfogando anni di frustrazioni. Trova le parole per dire ciò che veramente pensa e per la prima volta le manda a quel paese sbattendosi la porta alle spalle! Soddisfatto di sé si reca dai vicini e si fa sentire anche con loro, deridendoli a sua volta con un'ironia che non sapeva di possedere!

Il giorno dopo il contadino capisce di aver fatto una grande scoperta. Prende delle anfore e le riempie di acqua e pane. Aspetta qualche giorno e il miracolo si riavvera! Allora decide di lasciare i campi e di mettersi a vendere quella bevanda battezzandola se-bar-bi-sag, ovvero “la bevanda che fa vedere chiaro”.

La bevanda ha un successo strepitoso e il nostro eroe fa fortuna, diventando il primo birraio della storia!